domenica 4 gennaio 2015

2015: cento anni di Fiat 500


Sarà per l'estetica che richiama alla mente la Nuova 500 del 1957 (chiamata "Nuova" al momento del suo lancio per distinguerla dalla "500 Topolino" degli Anni Trenta), sarà per il sapiente lavoro di marketing della Casa torinese, ma la "Cinquecento" che troviamo oggi nelle concessionarie e che incontriamo sempre più frequentemente lungo le nostre strade sembra fatta apposta per cavalcare il fascino inossidabile  -  ed il conseguente duraturo successo commerciale  -  di quella di mezzo secolo fa. Le radici della piccola di casa Fiat affondano però ancora ben più lontano nel tempo della piccola bicilindrica del 1957. Addirittura prima della vettura progettata da Dante Giacosa all'inizio degli Anni Trenta e poi divenuta famosa con il soprannome di "Topolino", tempestivamente affibbiatole dagli automobilisti italiani per sottolineare le sue dimensioni ultracompatte e quell'aria che faceva subito simpatia. Il nome ed il concetto "Fiat 500" hanno infatti ormai un secolo. Già nel 1915 la Casa torinese aveva cominciato a sviluppare l'idea di una piccola automobile che già allora chiamò 500 e quattro anni dopo, alla fine della Prima Guerra Mondiale, ne aveva realizzato anche un prototipo. Si trattava ovviamente di una automobile molto diversa da quella che abbiamo poi imparato a conoscere: non un'auto da famiglia, bensì una spider (carrozzeria tipo "Ballon", si diceva all'epoca) equipaggiata con un 4 cilindri da 8-10 CV ed in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h. Un'idea di automobile tutto sommato più vicina a quella dell'odierna "Cinquecento" che a quella della "Topolino" di vent'anni dopo. Il prototipo rimase fine a sé stesso, ma negli anni seguenti i progettisti della Fiat continuarono a lavorare sul progetto della piccola automobile, realizzando altri veicoli che peraltro rimasero anch'essi allo stadio prototipale. A frenare un più deciso impulso allo sviluppo del progetto di quella prima Fiat 500 furono probabilmente il successo riscosso negli Anni Venti dalle cyclecar che, soprattutto in Gran Bretagna, sembravano rappresentare una reale alternativa alle vetture convenzionali, e l'idea allora molto diffusa specialmente in Italia che l'automobile fosse ancora un "oggetto" riservato a pochi. Da noi l'idea della motorizzazione di massa e dell'automobile per tutti, che già stava prendendo piede negli Stati Uniti e nel Regno Unito, era ancora di là da venire. Toccherà proprio alla Balilla ed alla 500 suggerire per la prima volta agli italiani un altro modo di intendere l'automobile: quello che da anni abbiamo imparato a conoscere.
(Fonte: www.repubblica.it - 30/12/2014)

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