martedì 13 gennaio 2015

Alfa Romeo e Fiat alla conquista dell’America, ma senza fretta


Dustin Hoffman che sfreccia su un fiammante Duetto e ‘Fix It Again Tony’ – storpiatura di Fiat circa l’affidabilità – sono i due luoghi comuni per eccellenza che si possono sentire negli Stati Uniti riguardo all’Alfa Romeo e alla Fiat. Ma sono cose di almeno trenta anni fa. Il Laureato ormai è diventato un pensionato, invece la 500 (prodotta in Messico) è un’auto assolutamente cool. È la storia che si ribalta. Il marchio torinese mancava dal mercato americano dal 1983, mentre quello milanese si era ritirato nel 1995. Lustri di oblio, poi, con l’arrivo di Chrysler, tutto è cambiato. Ma se il rilancio della Fiat, con la gamma 500, è sulla buona strada – il traguardo delle 200.000 unità vendute non è lontano – quello dell’Alfa è decisamente in fase embrionale. Il suo ritorno ufficiale in Nordamerica è iniziato qualche giorno fa, ma si tratta sostanzialmente di un’operazione d’immagine che, per quanto riuscita, riguarda solo 54 auto. È questo il quantitativo di 4C “US Spec” che sono sbarcate in U.S.A., da suddividere tra 82 rivenditori. Non occorre un master in business administration a Harvard per capire che la domanda è di molto superiore all’offerta. Infatti la piccola coupé 4C piace e anche molto, ma le sue stesse peculiarità tecniche impongono una produzione quasi artigianale, a Modena, che rallenta drammaticamente i tempi di assemblaggio. “Abbiamo sospeso tutte le richieste: depositi o liste Vip non importa, non possiamo accettare altre prenotazioni, sono troppe rispetto a quello che FCA può attualmente offrire”, ha dichiarato a denti stretti Reid Bigland, numero uno di Alfa Romeo U.S.A.. Si possono immaginare facilmente i suoi incubi notturni, fatti di centinaia di migliaia di dollari di vendite perdute. Intanto, però, la coupé Alfa impazza su Youtube, con l’ultimo video di presentazione che ha totalizzato otto milioni di visualizzazioni in una settimana. Il significato è chiaro, nonostante decenni di assenza, gli Stati Uniti amano ancora le Alfa Romeo, più che altro per una sorta di rispetto verso il passato, visto che di modelli decenti non ne vedono, appunto, dai tempi del Duetto. In FCA lo sanno e hanno preparato l’ennesimo piano di rilancio che prevede investimenti per 5 miliardi di euro, una gamma rivoluzionata, un obiettivo di 400.000 auto vendute nel 2018 e, quasi non ci si crede, il ritorno alla trazione posteriore. E se tra pochi giorni, al Salone di Detroit, debutterà l’attesa 4C Spider, la data da segnare in rosso sul calendario è quella del prossimo 24 giugno, quando verrà svelata la prima Alfa del nuovo corso. Potrebbe chiamarsi Giulia, o forse no, sarà una berlina tre volumi lunga circa 4,70 metri, a trazione posteriore o integrale e con motori degni del nome che porta. Un 2.9 V6 biturbo – secondo Automotive News Europe – con potenze fino a 480 CV e un 2.0 4 cilindri turbo benzina con testate MultiAir (chiamato Global Medium Engine) capace di erogare da 180 a 330 CV. Quanto ai diesel, ci sarebbero un nuovo 2.2 4 cilindri (135-210 CV) e l’ennesima evoluzione del 3.0 V6, che salirebbe fino a 340 CV. Cosa serve ancora? Tanta pazienza, perché nel migliore dei casi la vedremo sulle strade nel 2016, insieme alla Fiat 124 Spider. Ricordate la sportiva a due posti che FCA avrebbe dovuto produrre con Mazda, sulla base della nuova MX-5, resuscitando il Duetto? Non sarà più marchiato Alfa, come inizialmente annunciato, ma Fiat, tant’è vero che la Casa ha registrato all’ufficio brevetti statunitense le sigle 124 e 124 Spider. La scelta non è casuale: insieme alla X1/9 sono state le uniche torinesi di successo negli anni Settanta, soprattutto negli stati assolati come la California e la Florida. Insomma, Alfa o Fiat, una ‘spiderina’ a due posti tornerà in America e forse piacerà pure a Dustin Hoffman.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 9/1/2015)

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